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ITALIAN DESIGN DAY 2019 – Hangzhou

Il Design e la città del futuro. Qualità e nuove sfide di vita

23 marzo, 10.30 – Zhejiang Art Museum

 RSVP: Wechat official account “zjartmuseum”

 

Nell’ambito dell’Italian Design day 2019, l’architetto italiano Giulio Felli parlerà sul tema: Healthcare districts for an intelligent city. Alla discussione, moderata da Roberto Pagani, Addetto Scientifico presso il Consolato Generale d’Italia a Shanghai, partecipa il Prof. Li Kaisheng della China Academy of Art. Dopo la conferenza, viene organizzata una proiezione dal titolo Film & Design, in cui si proiettano tre cortometraggi presentati dal Milano Design Film Festival. (Lingua: italiano & cinese) 

Ideato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione quest’anno con ADI (Associazione per il Design Industriale), l’Italian Design Day (IDD) è un evento internazionale di portata mondiale: negli stessi giorni in oltre 100 città nel mondo 100 “ambasciatori del design italiano”, tra cui architetti, imprenditori, giornalisti, docenti e soprattutto, naturalmente, designer, propongono una visione italiana della costruzione del futuro.

Questa terza edizione 2019 viene dedicata al tema Il design e la città del futuro, con l’obiettivo di far comprendere come il design possa lavorare su un prodotto complesso come la città contemporanea e trovare soluzioni innovative e sostenibili, tenendo conto delle molteplici implicazioni che una simile progettazione comporta. Il discorso sulla smart city include ingegneria e infrastrutture, servizi, mobilità, heritage e arte, e si avvale anche del cosiddetto design generativo, cioè di un tipo di progettazione che utilizza algoritmi e intelligenza artificiale per processare parametri matematici e geometrici complessi al fine di ottenere un modello digitale delle soluzioni ricercate. Concentrando l’attenzione su questo tema l’Italian Design Day 2019 mira a fornire degli strumenti critici per ripensare alle abitudini e agli stili di vita e guardare al futuro con nuova consapevolezza e sensibilità.

  

Giulio Felli – Architetto italiano

Nato a Firenze il 23/2/1963. Laureato in Architettura presso l’Università di Firenze. Registrato presso l’Ordinde degli Architetti di Firenze (Nr. 4816). Ha lavorato con studi di design in Inghilterra, prendendo parte a progetti e concorsi internazionali. Nel 1996 è entrato a far parte di CSPE e ha iniziato la sua attività professionale coordinando, progettando e integrando l’innovazione dell’assistenza sanitaria nell’ambito della progettazione ospedaliera. Nel 1999 diventa Associato e nel 2006 Direttore dello Studio. Ha lavorato come professore a contratto di “Design of Building Systems” presso la Scuola di Architettura di Ferrara, guidando il corso di “Architectural Construction”. Da quando si è unito alla pratica, ha lavorato presso importanti strutture sanitarie e affrontato le sfide legate alla combinazione dell’efficienza funzionale con ambienti di supporto per pazienti e personale. Ha una vasta esperienza nella consulenza degli utenti e recentemente ha ottenuto una specializzazione in design per adattarsi alle ultime tecnologie utilizzate in radioterapia. Ha anche maturato una vasta esperienza nella progettazione di ospedali universitari grandi e complessi, specializzati in strutture per donne e bambini. È stato coinvolto in una serie di grandi progetti di PFI e ha una visione particolare dei processi di consultazione degli utenti.

CSPE _ Fondata più di quaranta anni fa a Firenze, CSPE è oggi uno dei principali studi di architettura in Italia specializzato in design e strutture sanitarie per il settore pubblico. Impegnato in un ampio spettro di progetti, promuove l’innovazione e sostiene la ricerca accademica a livello nazionale e internazionale. L’azienda è stata fondata nel 1975 dal Prof. Arch. Antonio Andreucci, prof. Arch. Paolo Felli e il prof. Arch. Romano Del Nord. Ora è gestito dal Prof. Arch. Paolo Felli, Arch. Giulio Felli e Arch. Corrado Lupatelli. CSPE ha una lunga storia nella progettazione di strutture sanitarie e attraverso questo processo, abbiamo interagito con medici, ricercatori clinici e, naturalmente, pazienti e le loro famiglie. È attraverso questa collaborazione nel corso degli anni e attraverso la nostra costante ricerca di tecnologie emergenti e tendenze del trattamento che capiamo ciò che è necessario e imperativo nella progettazione di una struttura sanitaria.

 

Film & Design (14:00, proiezione + Q&A)

Gillo Dorfles. In un bicchier d’acqua, Francesco Clerici, Italia, 2017, 11’

Un ritratto/autoritratto di Gillo Dorfles attraverso i suoi oggetti preferiti in un racconto intimo, sospeso all’interno di una casa, la sua, che è allo stesso tempo spazio reale e simbolico, mentale e fisico. Gillo Dorfles parla delle cose che più gli sono care, mescolando cultura storico-artistica e oggetti quotidiani, cimeli di famiglia e sculture inedite, ricordi e intuizioni. Un tentativo di dare forma, immagine e suono all’impalpabilità monumentale dei pensieri, dei ricordi e dei desideri di Gillo Dorfles.

Amare Gio’ Ponti, Francesca Molteni, Italia, 2015, 30’

Un ritratto dell’uomo e dell’architetto, aspirante pittore, promotore ante litteram dell’italian design che, in più di cinquant’anni di attività, ha sperimentato tutto – arti, mestieri, oggetti, architetture e materiali – con energia instancabile, dal piccolo al grande, dalla progettazione di una maniglia all’ideazione di un piano urbanistico. “L’architettura è un’interpretazione della vita”, scriveva. Un divulgatore del moderno che ha corso il rischio dell’indifferenza e dell’oblio. Il film vuole indagare le ragioni di questa diffidenza, soprattutto della critica, al di là degli stereotipi e dei luoghi comuni, che lo hanno “presto relegato nel serafico Olimpo dei padri misconosciuti”, come scrive Fulvio Irace. E vuole raccontare anche le ragioni della nuova fortuna che lo ha visto, negli ultimi anni, riscoperto e riproposto, come modello di architetto europeo e internazionale. Perché, parafrasando Ponti, che diceva “l’arte si è innamorata dell’industria”, l’industria di ieri e di oggi si è innamorata di Gio Ponti?

Franco Albini. Uno sguardo leggero, Valeria Parisi, Italia, 2017, 30’

Senza peso: una libreria in cui i libri sembrano galleggiare, una radio ridotta all’essenziale che svela allo sguardo le valvole tra due pannelli di cristallo, una poltrona costituita da soli tre pezzi. Allestimenti e installazioni dove gli oggetti fluttuano e perdono forma. Architetture mai monumentali e retoriche, che lasciano il segno come la Rinascente di Roma e la linea 1 della Metropolitana milanese. Il pensiero, il gesto, lo sguardo. È attraverso il suo personalissimo sguardo che vogliamo raccontare Franco Albini. Uno sguardo curioso, indagatore, lento, preciso e ripetitivo. Continuo, ossessivo, intenso. È stato il maestro della leggerezza, sognava un mondo senza gravità. Era serio, schivo e taciturno. Amava viaggiare e voleva essere libero da ogni possesso. Si muoveva con la macchina fotografica e una cinepresa 8 mm. Nell’archivio della Fondazione a lui intitolata sono raccolte migliaia di foto, centinaia di bobine filmate. A raccontare la particolarità dello sguardo di Albini sulle cose e sul mondo, tre maestri del cinema e della fotografia: Peter Greenaway, Tatti Sanguineti e Oliviero Toscani.

 

 

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura a Shanghai (意大利驻沪总领事馆文化处)
  • In collaborazione con: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (意大利外交与国际合作部), Ministero per i Beni e le Attività Culturali (意大利文化遗产与活动部), Associazione per il Disegno Industriale (意大利工业设计协会), Zhejiang Art Museum(浙江美术馆), Milano Design Film Festival (米兰设计电影节)