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Archeologia sotterranea in Sardegna: San Salvatore di Sinis

Conversazione con Gaetano Ranieri sull’ipogeo di San Salvatore di Sinis

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Nel mezzo della campagna oristanese, tra campi di grano e vigneti, sorge il piccolissimo insediamento rurale di San Salvatore di Sinis, stretto attorno all’omonima chiesa costruita nel XVII secolo sui resti di un edificio sacro molto più antico. Sotto il suolo della costruzione seicentesca, infatti, è tuttora possibile visitabile una chiesa sotterranea scavata nell’arenaria, risalente al VI secolo. A sua volta questa chiesa cristiana aveva utilizzato un luogo di culto molto più antico, pre-cristiano, di età nuragica, sorto attorno a un pozzo sacro. Il tempo e l’umidità hanno corroso e fatto in gran parte sparire i segni lasciati dalle molte generazioni di uomini che hanno usato questo spazio sotterraneo (ipogeo) per la celebrazione dei culti più diversi.

Oggi, grazie all’utilizzo di tecniche modernissime afferenti alla geofisica, dalle indagini multispettrali, alle fotografie all’infrarosso e all’ultravioletto, al georadar, siamo in grado di “leggere” strato per strato le pareti e il suolo dell’ipogeo, e di ritrovarvi i segni di culture quasi vicine e molto lontane. San Salvatore si trova da una parte a poca distanza dall’antica città prima fenicia poi romana di Tharros, che fu uno dei porti più importanti della Sardegna, e dall’altra a poca distanza dal pescoso Stagno di Cabras e dalla necropoli monumentale di Mont’e Prama, dove sono stati recentemente trovati i resti dei cosiddetti Giganti, i più antichi esempi di scultura monumentale del Mediterraneo occidentale. Si tratta quindi di un’area densissima dal punto di vista storico e archeologico, in cui l’applicazione delle tecniche di indagine geofisica si sta rivelando particolarmente feconda e promettente.

Il Prof Gaetano Ranieri, Professore Ordinario di Geofisica Applicata presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari, è stato uno dei protagonisti dell’indagine archeologica nel Sinis, ed è una delle massime autorità mondiali nell’utilizzo pratico della Geofisica nei campi più diversi, dalla sistemazione dei rifiuti, alla riabilitazione dei suoli inquinati, alla rilevazione archeologica.

In questa conversazione, il Prof Ranieri guiderà gli ascoltatori, con l’ausilio di suggestive immagini, in una visita sotterranea che pone molte domande aperte a numerosissime risposte, in un territorio in cui la scienza porge la ricca messe dei suoi incredibili risultati all’interpretazione storica e infine alla fantasia di studiosi e di profani.

Archeologia nascosta nel Sinis è organizzato dall’Associazione dei sardi in Cina Amistade, in collaborazione con le associazioni dei sardi a Firenze, Siena, Livorno, Pisa e con l’associazione Isola in Giappone, con il patrocinio della Regione Sardegna, della Federazione delle associazioni sarde in Italia e dell’Istituto italiano di cultura a Shanghai.

Data e orario: 13 giugno 2020, ore 10 Italia, ore 16 Cina. La conferenza sarà in italiano con traduzione simultanea in cinese. Potrà essere seguita su Zoom. Per poter ricevere ID e password per il collegamento prenotarsi inviando un’email a amistade.cina@yahoo.com

  • Organizzato da: Associazione dei sardi in Cina Amistade
  • In collaborazione con: IIC Shanghai, Regione automona di Sardena
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