L’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai è lieto di presentare la mostra Matter, line and colour: Italian artists from China, curata da Patrizio Travagli e ospitata dallo Shanghai Modern Arts Museum上海近代艺术馆 (Shanghai International Convention Center B2, no. 2727 Binjiang Ave., Pudong New Area). La mostra resterà aperta al pubblico dal 18 novembre 2021 al 5 gennaio 2022. Le opere esposte sono di Alessandro Rolandi, Jacopo Della Ragione, Angela D’Ospina, Marcella Campa, Stefano Avesani e Orlando Daga.
Nel lavoro di Angela D’Ospina il colore provoca la nascita del segno. Marcella Campa e Stefano Avesani propongono una serie di interazioni di microurbanistica per definire nuove modalità di reinterpretazione del paesaggio urbano. L’arte di Jacopo Della Ragione è un linguaggio di gesti, dove gli elementi sono collegati tra loro come riflesso del dialogo interiore e delle contraddizioni esterne. La pittura di Alessandro Rolandi è in stretta relazione con l’interazione del proprio corpo nel mondo circostante, mentre quella di Orlando Daga indaga le profonde verità primordiali.
Alessandro Rolandi (Pavia, 1971)
Il lavoro di Alessandro Rolandi si rivolge al contesto sociale e alle dinamiche relazionali per espandere la nozione di pratica artistica al di là di strutture, spazi e gerarchie esistenti. Interagisce direttamente con la realtà in molteplici modi, come i dipinti di questa mostra, dove ogni movimento ci riporta al momento dell’azione. Il processo è il momento cruciale della ricerca di Alessandro: la pittura in stretta relazione con l’interazione del corpo nell’ambiente.
Jacopo Della Ragione (Florence, 1976)
Il rapporto intimo con l’inafferrabilità dei gesti è uno dei piaceri più profondi quando si apprezza la danza, il teatro o, in alcuni casi, anche la musica. La consapevolezza di dover assaporare e immergersi nel momento ci spinge/obbliga a un tipo di consapevolezza che raramente si possa raggiungere nella nostra quotidianità. Nei di lavoro di Jacopo, i gesti non sono solo visibili, ma si sforzano di essere letti dal pubblico. Afferrano, avvolgono e accompagnano gli occhi con movimenti potenti; a volte rassicurante altre inquietante, quasi un monito per chi gli sta di fronte.
Angela D'Ospina
Dall’esperienza di vita, Angela D’Ospina rivela che molti dei paesaggi rappresentati nelle sue opere sono “tracce di ricordi, tracce di un luogo costantemente battuto da persone, dove ricrea il proprio spazio, il suo paesaggio vivente, la sua casa e la sua gabbia”. Assorbire la natura, registrare i colori, le forme, le atmosfere e infine mostrare tutto nel linguaggio personale della pittura: questa è la via che Angela segue nella ricerca artistica.
Instant Hutong | Marcella Campa, Stefano Avesani
A Marcella e Stefano piace passeggiare per le strade cinesi e lasciarsi ispirare dalla diversità e dalla densità dei dettagli della vita quotidiana. Combinano questi interessi e il loro background di architetti, aggiungendo colori e creatività alla loro interpretazione dell’urbanizzazione. La loro ricerca è un’indagine sulla rapida urbanizzazione in Cina, definendo i modi di reinterpretare il paesaggio urbano. Usano fare riferimento al loro lavoro, utilizzando il concetto di “interazione microurbanistica”, che combina il senso di spazi urbani su piccola scala con la possibilità di utilizzarli temporaneamente come un palcoscenico in cui la risposta del pubblico diventa l’evento principale.
Orlando Daga (Forlì, 1992)
Introspezione è la parola che ci porta nell’opera di Orlando Daga. L’uso deliberato di colori complementari introduce negli spettatori inconsciamente una profonda verità primordiale. Il suo lavoro e il suo messaggio smentiscono la giovane età di questo artista e le domande primarie: chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti fungono già da linea guida per il suo futuro. In questo contesto le sue opere guardano e analizzano i problemi della società moderna e il suo atteggiamento disattento nei confronti delle relazioni umane.
Patrizio Travagli (Firenze, 1972)
Patrizio Travagli si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1993, alla scuola di pittura. Subito dopo ha avuto le sue prime mostre come artista, vincendo premi in Italia e all’estero. Noto principalmente per il suo lavoro di installazione di luci, applica abilmente la matematica e l’architettura alle sue sculture. Unendo le arti e le scienze storiche alle proprie scoperte contemporanee su vetro e luce, ha esposto in gallerie, musei, fiere d’arte, spazi pubblici e commissioni private a Berna, Zurigo, Mosca, Firenze, Dubai. Ha partecipato a mostre collettive al Chelsea Art Museum, New York, al Museum of Applied Arts/Contemporary Arts MAK, Vienna, al Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle di Varsavia, al Museum of Architecture MUAR, Mosca, e alla Tornabuoni Art, Parigi. È stato invitato a partecipare a numerose biennali, come la Biennale di Architettura di Venezia, la Biennale di Parigi, la Biennale del Cairo e a due edizioni della Biennale d’Arte di Venezia. Come curatore, Travagli ha dato il suo sostegno alle mostre tenute negli USA al Colorado College e al Delaware Center for the Contemporary Arts, in Messico all’Universidad De La Salle Bajio, Leon, in Egitto all’American University, Cairo, e diverse altre mostre in Italia. Tra queste ricordiamo, Milano Fashion Week, al Teatro Franco Parenti, Milano, Teatro Niccolini, Museo degli Innocenti (MUDI) – Spedale Degli Innocenti e Forte Belvedere, Firenze.