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Cantica21. Dante Alighieri and the Italian Artists

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Attingere alla fonte e guardare così al futuro. Il Pearl Art Museum (PAM) di Shanghai è onorato di ospitare la mostra internazionale, un progetto di scambio culturale e artistico, intitolata “Incontro d’immaginazione: dialogo tra Divina Commedia e Il libro dei Monti e dei Mari” in programma dal 6 novembre 2021 al 20 febbraio 2022.

Le cinque opere che compongono l’esposizione Cantica21. Dante Alighieri and the Italian Artists al Pearl Art Museum di Shanghai, curata dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura Italiano e dall’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, rappresentano, in maniera sintetica ma efficace, un viaggio per immagini iconiche e potenti nel mondo di Dante Alighieri – di cui ricorre il settecentesimo anniversario della morte, avvenuta a Ravenna, in Italia, il 14 settembre 1321 – e dell’opera che lo ha portato ad essere uno dei più grandi scrittori della storia, la Divina Commedia.

Lo scopo di questa mostra è duplice: da una parte celebrare il Padre della lingua italiana e diffonderne la conoscenza nel mondo; dall’altra, promuovere internazionalmente l’arte contemporanea italiana attraverso una selezione di artisti che hanno saputo captare e reinterpretare in maniera inedita l’immaginario di Dante Alighieri. Questa mostra – che dopo Shanghai avrà altre tappe nel mondo – rappresenta nell’ambito dell’arte contemporanea l’evento internazionale più importante dedicato al Poeta per le sue celebrazioni del 2021.

Le cinque opere sono state selezionate attraverso un concorso pubblico nell’autunno del 2020, diffuso congiuntamente dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero della Cultura, con lo scopo dichiarato di voler sostenere gli artisti nel difficile anno della pandemia da Covid-19 attraverso una committenza finalizzata all’incremento delle pubbliche collezioni italiane e di valorizzarne l’opera a livello internazionale. Oltre ai cinque artisti che hanno lavorato su Dante, sono stati premiati altri quaranta artisti (venti under 35 e venti over 35), i cui lavori saranno esposti in tutto il mondo grazie alla collaborazione degli Istituti Italiani di Cultura, in maniera da realizzare una delle più grandi mostre diffuse di arte contemporanea italiana su larga scala.

I lavori di Valentina Furian, Marinella Senatore, Marta Roberti, Silvia Camporesi e Leone Contini si snodano in un percorso che attraversa le tenebre per arrivare alla luce, un percorso che ricalca – a livello simbolico – il viaggio compiuto da Dante nella Divina Commedia.

TRECCANI

L’Istituto della Enciclopedia Italiana fu fondato il 18 febbraio 1925, a Roma, per la pubblicazione dell’Enciclopedia Italiana e del Dizionario Biografico degli Italiani. Treccani è riconosciuta come un’istituzione di interesse culturale nazionale e il suo Presidente è nominato dal Presidente della Repubblica Italiana.

Treccani ha accompagnato la storia d’Italia, divenendo la testimonianza vivida dell’identità culturale italiana, ma anche la guida più affidabile alla scoperta del mondo contemporaneo, con aggiornamenti che hanno seguito da vicino le più recenti conquiste in tutti i campi del sapere.

La storia più recente dell’Istituto è segnata da importanti novità: una transizione al digitale, con un sito web che si è rapidamente affermato come punto di riferimento nazionale per la ricerca culturale e linguistica online; la pubblicazione di libri di pregio, compresi volumi d’arte e riproduzioni in facsimile di codici miniati; una piattaforma di apprendimento digitale per gli studenti italiani e internazionali.

La Commedia della British Library,
il ms. Egerton 943

Nel 2015, in occasione del novantesimo anniversario della sua fondazione e dei settecentocinquanta anni della nascita di Dante, Treccani ha riprodotto in facsimile il codice Egerton 943, conservato nella British Library di Londra e databile alla seconda metà degli anni Trenta del XIV secolo, uno dei manoscritti più lussuosi e precoci della Commedia.

La riproduzione facsimilare è accompagnata da un volume di saggi e commenti contenente, oltre alla presentazione di Massimo Bray, un saggio sulla Commedia di Marco Santagata, un testo sul manoscritto e una scheda codicologica di Anna Pegoretti, uno studio sul Maestro degli Antifonari di Padova, miniatore del codice, di Federica Toniolo e uno sulle fonti illustrative delle miniature del Dante Egerton di Chiara Ponchia.

Il facsimile, pubblicato nella collana «Tesori Svelati», riproduce il codice membranaceo, di formato 39,4×26,5 cm, composto da cc. V cart. + I + 186.

Il Dante Laurenziano della Biblioteca Medicea Laurenziana,
il Plut. 40.7

Nel 2018 Treccani ha riprodotto in facsimile un manoscritto unico nel suo genere, il Plut. 40.7, conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze e databile agli anni Sessanta-Settanta del XIV secolo ma con rilevanti interventi posteriori nella decorazione, contenente la Commedia.

La riproduzione facsimilare è accompagnata da un volume di saggi e commenti contenente, oltre alla presentazione di Massimo Bray, un saggio di Teresa De Robertis sulla struttura e sulle scritture del codice, un contributo di Sonia Chiodo sulle illustrazioni, un’indagine di Gennaro Ferrante sul testo e sull’apparato iconografico originario del manoscritto, uno scritto di Andrea Mazzucchi sulle glosse del Laurenziano Plut. 40.7 e sulla tradizione degli antichi commenti alla Commedia.

Il facsimile, pubblicato nella collana «Tesori Svelati», riproduce il codice cartaceo, di formato 39×29,6 cm, composto da cc. VI+239+IV.

La Commedia di Dante Alighieri conservata nella Bodleian Library,
il ms. Holkham misc. 48

Nel 2021, in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, Treccani ha riprodotto in facsimile il prezioso manoscritto Holkham misc. 48 (già Holkham Hall, ms. 514), conservato nella Bodleian Library di Oxford e databile alla metà/terzo quarto del XIV secolo circa, contenente la Commedia.

La riproduzione facsimilare è accompagnata da un volume di saggi e commenti contenente, oltre alla presentazione di Massimo Bray, un’introduzione di Matthew Holford, un saggio di Lucia Battaglia Ricci su Dante e i manoscritti trecenteschi della Commedia, uno scritto di Laura Pasquini sulle miniature del manoscritto e un contributo e una scheda codicologica di Sandro Bertelli.

Il facsimile, pubblicato nella collana «Tesori Svelati», riproduce il codice membranaceo, di formato 35,5×23,5 cm, composto da cc. III, 74, III’ (I-III e I’-III’ cart. mod.; bianche le pp. 55-56), con numerazione recente a matita per pagine nell’angolo esterno delle carte da pag. 1 a pag. 148 (numerate per pagine anche le carte di guardia anteriori, da «i» a «vi», e posteriori da 149 a 154).

La Commedia di Federico da Montefeltro,
il ms. Urb. lat. 365 della Biblioteca Apostolica Vaticana

Nel 2021, in occasione dei settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, Treccani ha riprodotto in facsimile, con la collaborazione di Panini, il cosiddetto ‘Dante Urbinate’, il più prezioso capolavoro dantesco del Rinascimento, il ms. Urb. lat. 365 conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, databile al 1477(?)-1478 e terminato definitivamente nel XVII secolo.

La riproduzione facsimilare è accompagnata da un volume di saggi e commenti a cura di A. M. Piazzoni.

Il facsimile, pubblicato nella collana «Tesori Svelati», riproduce il codice membranaceo, di formato 41×26 cm ca., composto da cc. II, 297, II, con numerazione in inchiostro bruno. Il manoscritto contiene 3 pagine di incipit riccamente miniate, 117 miniature tabellari comprese entro cornici in foglia d’oro o edicole all’antica e 100 iniziali maggiori (5 fitomorfe, 88 con corpo in foglia d’oro intarsiato o decorato, 7 figurate).

Valentina Furian, Ciacco, 2021

Video installazione: HD video (2 canali), colore, suono (dolby 5.1); 6’50’’

Collezione: Istituzione Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia

Declinato il giorno, la notte ci so    mmerge. Un’insolita bestialità ci avvolge, non ci appartiene ma ci attira a sé.

Il film è una successione di momenti dissimili: alcuni incalzano la realtà, altri la rappresentano, altri ancora ne anticipano le declinazioni future.

Ciacco si sviluppa a partire da una reinterpretazione del VI canto dell’Inferno della Divina Commedia, dove Dante e Virgilio incorrono nel terzo cerchio, il girone tartareo dei peccatori di gola. Ciacco è lo sguardo attraverso cui si è spettatori, protagonisti e cani. Gli occhi di un dannato colpito incessantemente da una tempesta ciclica di immagini, istinti, pioggia. Un dannato che giace sotto le tormente bestiali di Cerbero, cane gigantesco e spaventoso, triade ferina.

Valentina Furian (1989) artista visiva, si occupa principalmente di immagine in movimento. La sua ricerca si concentra sulla relazione tra realtà e finzione, partendo da immaginari quotidiani per sfociare in una dimensione fantastica. Le tematiche affrontate indagano il rapporto tra uomo e natura. È particolarmente interessata all’addomesticamento animale e umano come forma di controllo. Ha lavorato con realtà istituzionali e sperimentali quali: Mattatoio, Roma; VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images; MUSE – Museo delle Scienze di Trento; MAXXI, Roma; UNA galleria, Piacenza; Fondazione Francesco Fabbri, Treviso; Sunaparanta Center for Contemporary Art, Goa; Istituto Italiano di Cultura di Mumbai; MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna; The Blank Contemporary Art, Bergamo; Museo Civico di Bassano del Grappa; Case chiuse, Careof e ViaFarini, Milano; Fondazione Bevilacqua la Masa e Microclima, Venezia.

Marinella Senatore, A salire a le stelle, 2021

Installazione: 3 sculture in resina; finiture oro, argento e peltro, piedistalli in legno, video proiezione

Dimensioni singola scultura: cm 70×120×230, dimensioni complessive variabili

L’opera è stata riprodotta e adattata per la mostra

Collezione: Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia

L’opera trae ispirazione dai canti XXIV e XXV dell’Inferno della Divina Commedia di Dante che raccontano di Vanni Fucci, guelfo nero originario di Pistoia, considerato il personaggio più fosco dell’intera cantica, condannato nella bolgia dei ladri poiché autore del furto sacrilego del tesoro di San Jacopo custodito nel Duomo di Pistoia. Fucci confessa a Dante i suoi reati e sfoga la propria rabbia predicendo la rovina dei guelfi bianchi e dello stesso poeta (canto XXIV), prima di essere punito dalla Giustizia Divina per un gesto di sfida compiuto contro Dio (canto XXV). L’opera, reinterpretando il dettato dantesco, immagina un riscatto dell’anima di Fucci, una sua catarsi dall’Inferno, passando per il Purgatorio per arrivare, infine, al Paradiso, a cui allude il titolo A salire a le stelle, celebre verso con cui si conclude il Purgatorio (canto XXXIII, v. 144).

Marinella Senatore (1977), formatasi in musica, belle arti e cinema, è un’artista multidisciplinare la cui pratica è caratterizzata dalla partecipazione pubblica che attiva un dialogo tra storia, cultura e strutture sociali. Ripensando il ruolo dell’artista come autore e quello del pubblico come fruitore, il suo lavoro fonde forme di resistenza, teatro dell’apprendimento, cultura vernacolare e popolare, danza e musica di protesta, cerimonie pubbliche, riti civili ed eventi di massa, riflettendo sulla natura politica delle formazioni collettive e sul loro impatto nella storia sociale di luoghi e comunità. Nel 2013 fonda The School of Narrative Dance, una scuola multidisciplinare, nomade e gratuita, basata su un’idea di educazione partecipativa e antigerarchica. La sua attività è oggi ampiamente riconosciuta in Italia e all’estero, grazie alla partecipazione in mostre personali e collettive nei più importanti spazi espositivi internazionali e all’invito in prestigiose biennali. Tra i numerosi premi a lei assegnati si menzionano: il Premio ACACIA 2021; la quarta e l’ottava edizione dell’Italian Council (2018-2019); l’International Art Grant a Dresda, 2017; il Premio MAXXI, 2014; il Premio “Museo Chiama Artista” di AMACI, 2014; la Borsa per Giovani Artisti del Castello di Rivoli, 2013; la Fellowship presso The American Academy in Rome, 2012; il New York Prize, 2010; la Dena Foundation Fellowship, 2009. Oltre ad insegnare in diverse università, sostiene regolarmente lectures presso numerosi istituti internazionali. Dal 2021 è l’unica artista europea ad insegnare al The Alternative Art School (TAAS).

Marta Roberti, Bestiario dell’altro mondo, 2021

Installazione: Disegni incisi su carta carbone ricoperta di grafite, telai in ferro, magneti, led

Dimensioni complessive variabili

Collezione: Istituto Centrale per la Grafica, Roma

Bestiario dell’altro mondo si concentra su alcuni animali incontrati da Dante nel viaggio narrato all’interno della Divina Commedia. Gli animali compaiono in diverse forme: come animali reali, come similitudini per descrivere le anime dei dannati, dei purganti e dei beati, e infine come creature mitologiche ibride in cui l’animale si mescola all’umano. Il lavoro finale consiste in un’installazione nella forma di un grande libro leporello – che può essere inteso anche come paravento – in cui una serie di otto disegni su carta carbone retroilluminati, si susseguono a suggerire un bestiario che ha per filo conduttore la metamorfosi tra animale e umano.

Marta Roberti (1977), dopo la laurea in filosofia all’Università degli Studi di Verona, si è diplomata in Arte Multimediale all’Accademia di Belle Arti di Brera. Il disegno è il suo mezzo espressivo principale che declina in installazioni e video animati, attraverso cui esplora come la cultura occidentale plasma la propria identità a partire da ciò che percepisce come “altro”: dagli animali alla natura, a tutto ciò che è considerato diverso o “esotico”. Ha partecipato a mostre e festival internazionali tra cui I say I (La Galleria Nazionale, Roma, 2021); Ladder to the moon (Galleria Monitor Roma, 2021); Visions in the Making (Istituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi, 2020); Wall Eyes (Johannesburg, Capetown, 2019; Auditorium Parco della Musica di Roma, 2020); Something Else (Biennal Off Cairo, 2019); Portrait Portrait (Taipei Contemporary Art Center, 2017); Scarabocchio (Kuandu Museum of Art Taipei, 2015). Ha vissuto in Asia per alcuni anni, dove ha partecipato a residenze in Cina, Taiwan e Vietnam. Attraverso workshop sulla tecnica del ‘Disegno Cieco’ mostra come imparare a disegnare significhi imparare a vedere. Vive e lavora a Roma.

Leone Contini, Monte Purgatorio, 2021

Installazione: Macerie e altri materiali di scarto provenienti dall’industria edile, terra, elementi vegetali

Dimensioni variabili

Collezione: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato

Monte Purgatorio è la ricomposizione della montagna dantesca dell’espiazione attraverso delle macerie posizionate su cornici concentriche e ascendenti, richiamando l’iconografia tradizionale del monte. L’opera, a sua volta, è simile a uno specifico tipo di manufatto al centro della ricerca di Contini già da alcuni anni: colline artificiali spiraliformi, costruite in molte città europee con le macerie degli edifici distrutti nei bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale, luoghi “purgatoriali” della contemporaneità, dove la devastazione bellica è stata riconvertita all’uso civico nella forma di uno spazio verde pubblico.

Analogamente, sulla sommità di Monte Purgatorio un giardino germogliante innesca la trasmutazione di uno sterile accumulo di detriti. Tra la punizione irrevocabile e la beatitudine eterna, è forse il regno intermedio del divenire – il purgatorio – quello che meglio aderisce a una concezione secolare della Storia intesa come manifestazione della condizione umana.

Leone Contini (1976) ha studiato filosofia e antropologia culturale all’Università di Siena. La sua ricerca si colloca lungo il margine di contatto tra arte e lavoro etnografico. Le sue pratiche includono narrazioni testuali e audio-visuali, installazioni, lecture-performances, interventi laboratoriali e azioni collettive. Negli ultimi anni ha tenuto mostre o realizzato interventi presso: Kër Thiossane, Dakar; Maxxi, Roma; SAVVY, Berlino; PAV, Torino; IAC, Lyon; Manifesta 12, Palermo; Fondazione Sandretto, Torino; Museo delle Civiltà, Roma; Mudec, Milano; Quadriennale, Roma; Fondazione Pistoletto, Biella; Mart, Rovereto; Biennale D-0 Ark Underground, Bosnia; Delfina Foundation, Londra; Kunstraum, Monaco; Khoj, Nuova Delhi; Galleria Civica, Trento; Kunstverein Amsterdam; Museo Pecci, Prato; Villa Romana, Firenze. Nel 2018-2019 è stato borsista presso la Akademie Schloss Solitude di Stoccardat. Nel 2017 un suo progetto vince la seconda edizione dell’Italian Council e una sua opera viene acquisita dal Mudec di Milano. Nel 2017 ha collaborato con TRACES – Transmitting Contentious Cultural Heritages with the Arts.

Silvia Camporesi, La dottrina nascosta, 2021

Installazione fotografica e libro d’artista: 22 inkjet print su dibond

cm 24×36 ciascuna (con cornice); libro rilegato con copertina rigida cm 25×30 (chiuso)

Collezione: Museo d’Arte Contemporanea di Lissone

Il progetto è ispirato alla lettura esoterica della Divina Commedia compiuta da René Guénon ne L’esoterismo di Dante (L’ésotérisme de Dante) del 1925. Guénon sostiene che il quarto senso della Divina Commedia – dopo il letterale, il politico e il teologico – è quello iniziatico: Dante stesso nell’Inferno (canto IX, versi 61-63) indica in modo esplicito che nella sua opera risiede un significato nascosto, il cui senso esteriore e apparente è un velo, accessibile solo a coloro capaci di penetrarlo.

Silvia Camporesi (1973), laureata in filosofia, attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la sua ricerca è dedicata al paesaggio italiano. Dal 2004 ha tenuto le seguenti personali in Italia: Dance dance dance (MAR di Ravenna, 2007); Planasia (Festival di Fotografia Europea di Reggio Emilia, 2014); Genius Loci (MAC di Lissone, 2017). Tra le personali tenute all’estero si ricordano: À perte de vue (Chambre Blanche, Québec, 2011); 2112 (Saint James Cavalier, Valletta, 2013); Atlas Italiae (Abbaye de Neumünster, Lussemburgo, 2015; Art Musing, Mumbai, 2017; Desfours Palace, Praga, 2018). Fra le collettive ha partecipato a: Italian camera (Isola di San Servolo, Venezia, 2005); Con gli occhi, con la testa, col cuore (MART di Rovereto, 2012); Italia inside out (Palazzo della Ragione, Milano, 2015); Extraordinary visions (MAXXI, Roma, 2016; Kolkata Centre, Calcutta, 2019); The Quest for Happines (Serlachius Museum, Mänttä, Finlandia, 2019-2020); Italia in-attesa. Dodici racconti fotografici (Palazzo Barberini, Roma, 2021). Nel 2007 ha vinto il Premio Celeste per la fotografia; nel 2008 è fra i finalisti del Talent Prize e nel 2010 del Premio Terna. Ha vinto il premio Francesco Fabbri per la fotografia nel 2013, il premio Rotary di Artefiera 2015, il Premio BNL 2016. Ha pubblicato sette libri, affiancando l’attività artistica all’insegnamento. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra le quali: MAXXI, Roma; MART, Rovereto; MAC Lissone, Gruppo BNL, Milano.