Si è svolta il 9 agosto 2024 al Bund One Art Museum di Shanghai la conferenza “Alla corte dell’imperatore Kangxi: l’arte pittorica di Giovanni Gherardini, fra astronomia, matematica, cartografia e tecnologia” tenuta da Francesco D’Arelli, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai.
Il Direttore ha presentato l’opera di alcuni missionari europei che lavorarono presso la corte imperiale di Pechino, tra cui in particolare Matteo Ricci, Adam Schall von Bell e Ferdinand Verbiest, passando infine a Giovanni Gherardini con l’opera “Ritratto di Kangxi”.
Giovanni Gherardini, nativo di Modena, studiò l’arte della quadratura a Bologna e fu discepolo dell’illustre pittore A.M. Colonna. A Parigi conobbe il gesuita Joachim Bouvet, che l’imperatore cinese Kangxi aveva inviato in Francia nel 1693 per reclutare altri gesuiti esperti nelle scienze per la missione di Pechino. Gherardini accolta la proposta di Bouvet, nel 1698 salpò con altri dieci compagni sul vascello reale “Amphitrite”.
In alcune lettere del pittore inviate al fratello Rinaldo da Pechino, Gherardini riferisce di come l’imperatore fosse rimasto affascinato dalla tecnica della prospettiva e della pittura del ritratto. Per l’appunto, l’imperatore Kangxi si fece fare vari ritratti, tra cui l’opera “Ritratto di Kangxi” attribuito a Giovanni Gherardini.
Il Direttore D’Arelli ha rimarcato le differenze nella tecnica, l’uso dei colori, materiali e prospettive tra l’arte cinese e quella italiana, paragonando i ritratti dell’imperatore Kangxi conservati al Museo del Palazzo di Pechino dipinti da pittori cinesi con il ritratto di Kangxi conservato alle Gallerie degli Uffizi, attribuito a Gherardini.
Il Ritratto di Kangxi conservato nelle Gallerie degli Uffizi è eccezionalmente esposto al Bund One Art Museum di Shanghai, facendo parte della mostra “Capolavori del Settencento” che rimarrà visitabile fino al 25 agosto 2024.