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Fare Cinema 2021 – Proiezione del film “Lacci” (2020)

FARE CINEMA giunge alla sua quarta edizione, un’edizione particolare che fin dal titolo (Reboot – Il cinema italiano riparte) punta a sottolineare la straordinaria capacità di reazione dimostrata dall’industria cinematografica italiana di fronte alla crisi legata alla pandemia. E che, come sempre, rivolgerà una particolare attenzione ai mestieri del cinema.

logofarecinema2021 positivo

Il mestiere dello sceneggiatore sarà il tema dell’evento organizzato dal’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con la Shanghai Film Association presso la loro sede il prossimo 18 luglio. La proiezione del film Lacci sarà accompagnata da una presentazione di Marco Muller, professore ordinario della Shanghai Film Academy e direttore artistico del Centro di Ricerca sull’Arte Cinematografica della Shanghai University. Al termine della proiezione l’editore Peng Lun commenterà l’adattamento del libro al film. La pubblicazione in cinese del libro Lacci di Domenico Starnone (Archiper Press, 2020) è stata resa possibile grazie ai contributi del Ministero Affari Esteri con il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura.

Tra i mestieri del cinema, lo sceneggiatore svolge un ruolo fondamentale nella realizzazione di un film sia come scrittura originale che come adattamento da altri fonti. E’ il caso di “Lacci”, trasposizione cinematografica a firma del regista Daniele Luchetti del romanzo di Domenico Starnone, che ha partecipato al riadattamento cinematografico insieme allo scrittore Francesco Piccolo.

marco muller

Marco Müller

Lacci di Daniele Luchetti è stato il film d’apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2020. È un film sulla forza e la fragilità dei rapporti umani, nel quale Luchetti distilla l’essenza dell’omonimo libro di Domenico Starnone, un racconto familiare che pesca nei ricordi di una coppia di coniugi in rotta da anni, fino all’irrompere improvviso del presente.

I “lacci” sono anche i figli: i bambini-cuccioli sono il nucleo forte del legame familiare e osservano il percorso tutto a salti del legame fra i genitori. Quella del film è una storia d’amore lunga quarant’anni, tra i primi anni ’80 e oggi, tra Vanda e Aldo, sposati, genitori di Anna e Sandro, abitanti nel quartiere Stella di Napoli, uniti e divisi dai legami che una famiglia impone, dalle responsabilità della vita in comune, dagli impegni degli affetti, dalle parole che bisogna dire e da quelle che bisogna tacere.

La struttura polifonica del romanzo di partenza è ben rispettata: il merito più grande di Lacci è quello di dare una risposta ai sentimenti di ciascun personaggio, scegliendo la forma della lettera, la voce diretta, i botta e risposta, la confessione, la divisione fra Racconto Primo, Secondo e Terzo a seconda dei differenti punti di vista. Difficile anche solo immaginare una forma differente o più efficace per adattare il romanzo senza sfociare negli estremismi autoriali con cui tanto cinema europeo ha affrontato temi analoghi – la dissoluzione della famiglia e tutta la retorica che si porta dietro. Daniele Luchetti conosce bene le convenzioni della commedia drammatica (melodramma venato di ironia) e ha dalla sua un soggetto che ne giustifica e ne valorizza il recupero. Un film da non perdere, insomma.

copertina lacci

 

 

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  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura a Shanghai (意大利驻沪总领事馆文化处), Shanghai Film Association (上海电影家协会)
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