I Giganti di Mont’e Prama, straordinaria storia di una scoperta archeologica.
Prof. Attilio Mastino, Università di Sassari
Prof. Raimondo Zucca, Università di Sassari
Prof. Gaetano Ranieri, Università di Cagliari
La straordinaria scoperta dei Giganti di Mont’e Prama verrà illustrata il prossimo 18 maggio in una conferenza presso la Shanghai Jiao Tong University dai professori Attilio Mastino, Raimondo Zucca (Università di Sassari) e Gaetano Ranieri (Università di Cagliari), che approfondiranno il tema su questo tesoro archeologico che accomuna ed avvicina nel tempo le civiltà della Cina e del Mediterraneo.
I Giganti sono sculture nuragiche a tutto tondo di altezza tra due metri e due metri e mezzo, ritrovate spezzate in numerosi frammenti.
Nel mese di marzo del 1974 due contadini, Yang Zhifa a Lington (Xi’an, Cina) e Sisinnio Poddi a Mont’e Prama (Cabras, Sardegna/Italia) a 8500 chilometri di distanza, lavorando con i loro attrezzi nei rispettivi terreni, riportavano alla luce, dopo millenni di sepoltura, due tra i più importanti siti archeologici del mondo, destinati a fare riscrivere i testi della storia dell’arte e la conoscenza del mondo antico. Benché diversissime per numero, materiali di fattura e epoche di appartenenza, le statue ritrovate sono espressione di due particolari periodi storici che il destino ha voluto accomunare nella straordinaria qualità artistica e modalità del ritrovamento. Se l’imponente scorta di oltre 10000 soldati di argilla, ordinatamente schierata a testimoniare la grandezza dell’imperatore Qin Shi Huang, è rimasta nascosta dal 210 a. C., i cinquanta (per ora) Giganti di arenaria, custodi di altrettante tombe, hanno riposato sotto terra per quasi tremila anni in attesa di essere scoperti. Essi furono scolpiti infatti nel IX secolo a. C. e furono poi distrutti in oltre 5000 frammenti dalla furia di successivi invasori che conquistarono la regione, e sono stati pazientemente ricostruiti dagli abili restauratori che oggi ci consentono di ammirarli nei musei di Cabras e di Cagliari. Il sito del ritrovamento dei Giganti era probabilmente un luogo di culto di grande importanza e noto in tutto il bacino del Mediterraneo. Nell’aerea sono state individuate trenta tombe allineate in un’unica fila da sud verso nord. Una strada cerimoniale costeggiava il filare di tombe mantenendo lo stesso orientamento. Un recente restauro realizzato presso il Centro di Conservazione e Restauro di Li Punti a Sassari ha finalmente permesso la ricostruzione delle statue dei Giganti che si possono ora ammirare nei musei di Cabras e Cagliari in attesa del completamento del nuovo museo archeologico di Cabras, che sarà la loro casa definitiva. In tutto sono state finora identificate 28 statue, tra cui 16 pugilatori, 5 arcieri e 5 guerrieri. Altre statue sono ancora da ricostruire, e molti altri frammenti sono tuttora insepolti.
Le statue rappresentano differenti figure di “eroi” con le loro distintive caratteristiche: gli arcieri (finora 5) con l’arco, i guerrieri (5) che si proteggono con uno scudo circolare e i pugilatori (16) con un guanto armato e uno scudo protettivo sopra la testa. Ogni tipologia di giganti è caratterizzata da uno specifico abbigliamento e da una particolare postura. I pugilatori, a torso nudo, indossano un semplice gonnellino e si proteggono tenendo lo scudo con la mano sinistra, mentre la destra guantata aiuta a tenerne l’altro lato. L’aspetto degli arcieri è più minaccioso: hanno il capo coperto da un elmo con due corna e tengono l’arco col braccio sinistro.
Gli eroi vengono rappresentati con dei tratti stilizzati e fortemente simbolici. Gli occhi sono composti da due cerchi concentrici di forte impatto visivo. Questi Giganti posseggono un forza espressiva che colpisce profondamente e attira l’attenzione. La loro semplicità è il carattere distintivo di una maestria artistica capace di cogliere l’essenzialità dei gesti così da trascendere la banalità delle forme note. Nel nostro moderno immaginario le loro fisionomie arcaiche possono facilmente far pensare a possibili visitatori alieni.